We come from

Ci vogliono mesi, a volte anni per avere il permesso definitivo di rifugiato. Molti migranti restano inermi in attesa, qualcuno scappa senza meta, altri invece trovano accoglienza in qualche struttura gestita dalle cooperative sociali.
Le loro storie sembrano tutte uguali, ma ognuno di loro fugge da qualcosa di diverso.
C’è chi si incammina verso l’ignoto del deserto fuggendo dalla miseria, chi scappa dalla guerra, chi invece si allontana dal proprio paese semplicemente alla ricerca di una vita migliore.
Di solito i ragazzi africani sbarcano sulle coste del sud Italia, dopo aver attraversato mezza Africa e aver navigato il Mediterraneo in condizioni estremamente precarie. Soli e abbandonati da tutto e da tutti, con la paura negli occhi e lo sguardo perso nel vuoto.
E’ proprio attraverso i loro volti che ho voluto ricostruire un pezzo delle loro storie e le loro tristi vicissitudini.
Gli occhi delle persone esprimono sempre molto, anche a distanza di tempo. A volte il racconto continua per sempre, spesso per un’intera vita.
Occhi assenti, spesso impauriti. Occhi bisognosi di aiuto, urgente. Occhi in cerca di un futuro, che nessuno sa dire quando arriverà. Occhi come i nostri, sempre in attesa di una luce migliore. Bukra inshallah!